Ultima modifica: 5 Gennaio 2016
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Esempio di buona pratica

Come informare gli allievi di una classe di scuola secondaria di I grado circa il Disturbo Specifico di Apprendimento (dislessia) di un compagno

Procedure preliminari:

Condividere la necessità all’interno del Consiglio di Classe e individuare una proposta operativa

  1. Sottoporre la proposta, individuata dal Consiglio di Classe, alla Commissione di Istituto sui D.S.A.
  2. Effettuare un incontro tra il coordinatore del Consiglio di Classe e i genitori, durante l’orario di ricevimento del docente, per sottoporre la proposta, esplicitando tutti i passaggi e per acquisire il parere favorevole di entrambi e genitori
  3. Condividere la proposta con l’allievo interessato.

 

Aspetti operativi:

Raccontare alla classe la storia: ”Il mago delle formiche giganti”.

La fiaba nata all’interno del “Comitato per le problematiche sociali dell’Associazione Italiana Dislessia” poggia sul concetto educativo dell’accettazione e della convivenza con le diversità. La storia raccontata è concepita con intenti didascalici ben assimilati alla trama, tanto da risultarne parte, senza artificiosità. Le particolarità che distinguono i bambini protagonisti di una vivace avventura, vengono tratteggiate con abile montaggio: la bulimia di Alessia, la bellezza di Tommaso, la miopia di Pietro, la goffaggine di Smilla e la dislessia di Giovanni. Si ricorre all’espediente di mettere un bambino nei panni dell’altro per far sentire reciprocamente come si sta al posto che non è il proprio posto.

  1. L’insegnate spiegherà agli allievi che è stata raccontata questa fiaba perché, anche all’interno della classe, c’è un alunno come Giovanni, invitando lo stesso a sedersi vicino al docente per aiutarlo a spiegare (prima si è verificata la disponibilità dell’allievo)
  2. Spiegare alla classe, in modo semplice, in cosa consiste la dislessia, anche mediante la citazione di casi eclatanti : lo sapevate che …(John Kennedy, Isaac Newton, Pablo Picasso, George Washington, Roald Dahl, Tom Cruise, Albert Einstein, etc.)
  • Ma che cos’è la dislessia?
  • Per poter comprendere, soffermiamoci su cosa vuol dire saper leggere…
  1. L’insegnate pone alcune domande, annotando le risposte dei compagni su un cartellone:
  • Cosa significa, secondo voi, saper leggere bene?
  • Secondo voi è importante imparare a leggere bene? Perché?
  • Ti ricordi quando hai imparato a leggere e a scrivere?
  • E’ stato difficile?
  • Cosa è stato più difficile?
  1. Proporre alcuni giochi per far sperimentare al gruppo le condizioni in cui spesso viene a trovarsi un ragazzo dislessico.
  • Si distribuisce in classe (eventualmente divisa in gruppi) un foglietto che riporti una frase in italiano, scritta con caratteri greci
  • Con l’aiuto di una tabella bisognerà scoprire il messaggio riportato sul foglietto, operando una conversione dai caratteri greci a quelli del nostro alfabeto
  • Lettura cronometrata di parole e di “non parole”, da parte di diversi alunni
  • Lettura da parte di alcuni bravi lettori in classe del brano”Come venne al mondo il mal di denti”, scritto con parole “scombinate”
  1. A conclusione dell’intervento l’insegnante metterà al corrente dei compagni le misure dispensative e gli strumenti compensativi, previste per legge a favore degli alunni con D.S.A.