DSA
- Esempio di buona pratica
- Il Piano Didattico Personalizzato (P.D.P.)
- Il protocollo per gli allievi con D.S.A.: finalità
- La Commissione di Istituto sui D.S.A.
- La flessibilità del percorso educativo-didattico: la didattica individualizzata e personalizzata
- La valutazione
- La verifica
- Progetto di inclusione
- Riferimenti legislativi
- Segnali indicatori per un possibile Disturbo Specifico di Apprendimento (D.S.A.)
I Disturbi Specifici di Apprendimento (D.S.A.) sono disturbi dello sviluppo che determinano difficoltà a volte molto rilevanti nell’acquisizione delle cosiddette abilità scolastiche (scrittura, lettura e calcolo) cioè di quelle abilità che costituiscono il nucleo principale dell’istruzione, almeno nei primi anni di scolarizzazione.
I D.S.A. comprendono la dislessia (difficoltà di lettura), la disortografia (difficoltà nell’aspetto costruttivo della scrittura), la disgrafia (difficoltà nell’aspetto esecutivo della scrittura) e la discalculia (difficoltà di effettuare calcoli anche semplici).
“…La Dislessia Evolutiva (DE), che è la più conosciuta, è un disturbo che si manifesta nella difficoltà di apprendere a leggere, nonostante un’istruzione idonea, un’intelligenza adeguata, un’integrità neurosensoriale e un ambiente socioculturale favorevole…” (World Federation of Neurology, cit. in Ellis, 1984).
Dagli ultimi studi è stato evidenziato che il disturbo è di origine genetica, costituzionale, cioè basata su elementi di natura neurobiologica. L’aspetto costituzionale nella maggior parte dei casi è di origine familiare, cioè ha una base ereditaria come altri elementi che caratterizzano il soggetto, quali il colore degli occhi o di altri aspetti somatici.
I Disturbi Specifici di Apprendimento, che si manifestano in bambini senza difficoltà di tipo cognitivo, rappresentano un fenomeno emergente di grande impatto sociale.
In Italia si contano circa 1.500.000 persone, anche adulte, con queste tipologie di disturbo e la percentuale di bambini con D.S.A. ha una frequenza del 5% della popolazione scolastica.
Secondo l’Associazione Italiana Dislessia, il disturbo si manifesta quando l’automatizzazione dell’identificazione della parola (lettura e/o scrittura) non si sviluppa o si sviluppa in maniera molto incompleta o con grave difficoltà.
Il termine “automatizzazione” esprime la stabilizzazione di un processo automatico caratterizzato da un alto grado di velocità e di accuratezza; è realizzato inconsciamente, richiede minimo impegno attentivo ed è difficile da sopprimere e da influenzare.
Il bambino con D.S.A. può manifestare anche delle difficoltà comportamentali, come risultante della reazione a una situazione di disagio e spesso di rifiuto a operare in un ambito nel quale incontra delle difficoltà.
Il disturbo, con la crescita del bambino, si modifica ma non scompare: non si può guarire, infatti la dislessia non è una malattia. Sicuramente il bambino può migliorare le sue prestazioni scolastiche e compensare le sue difficoltà, attraverso la predisposizione, da parte di specialisti e insegnanti, di training adeguati alle caratteristiche del disturbo.
- Riferimenti legislativi
- Il protocollo per gli allievi con D.S.A.: finalità
- Progetto di inclusione
- La Commissione di Istituto sui D.S.A.
- La flessibilità del percorso educativo-didattico: la didattica individualizzata e personalizzata
- Il Piano Didattico Personalizzato (P.D.P.)
- La verifica
- La valutazione
- Segnali indicatori per un possibile Disturbo Specifico di Apprendimento (D.S.A.)
- ESEMPIO DI BUONA PRATICA: come informare gli allievi di una classe di Scuola Secondaria di I grado, circa il Disturbo Specifico di Apprendimento (dislessia) di un loro compagno.